16 novembre 2004 - 15 febbraio 2005
inaugurazione: lunedì 15 novembre 2004, ore 21.
L'arte, da sempre, matura dalle esperienze - culturali,
esistenziali, mentali - che l'uomo-artista vive in prima persona nel
suo tempo. Non è, però, mai ignara delle “invenzioni” che hanno segnato
le vicende artistiche dei maestri del passato. Ciò vale con riferimento
all'antichità, ma anche, semplicemente, in relazione al presente.
Da questa riflessione prende origine la mostra “Legàmi: ascendenze
elettive” che la Galleria Blu propone a partire dal 15 novembre e che
mette in relazione le opere di un selezionato gruppo di artisti
contemporanei emergenti attivi a Milano con quelle storiche di alcuni
fra i più rilevanti autori del '900. Artisti che indubbiamente hanno
guardato ai grandi maestri e che, in modo più o meno consapevole, hanno
ricevuto da loro e dalle loro opere stimoli, suggestioni,
sollecitazioni. Ad essi riconoscono - e la loro dichiarazione ha
indirizzato le scelte delle opere - una paternità spirituale e con essi
mantengono un legame da allievo a maestro che non è certo di sequela
artigianale, quanto piuttosto di modello ideale.
I “grandi” assunti come riferimento appartengono al nucleo degli
artisti storici di cui la Galleria Blu si è spesso occupata e a cui ha
da sempre affidato la sua credibilità, in alcuni casi rappresentandoli
in esclusiva (Burri, Fontana, Vedova). Ecco allora gli ultimi
“coriandoli” di Davide Nido accanto ad un Concetto spaziale di Lucio
Fontana, realizzato nel 1963-64 con olio, squarci e graffiti; le
installazioni fatte di fiammiferi, stoffe, gomme, spugne e matite di
Paola Pezzi a fronte della celebre Slitta dell'artista concettuale
tedesco Joseph Beuys eseguita nel 1968 con legno, metallo, corda,
feltro, grasso e torcia elettrica; i palloncini in alluminio dello
scultore Alberto De Braud in consonanza con il Concetto Spaziale di
Lucio Fontana in ceramica colorata e riflessata del 1960-65; i corpi
dai contorni tormentati di Federico Guida, attraversati dalla stessa
febbre di Liegendes Junges Mädchen, un acquerello su carta dipinto nel
1912 dall'austriaco Egon Schiele. E, ancora, il volto Senza Titolo di
Roberto Coda Zabetta, dipinto al cromolux in bianco e nero con
sgocciolature quasi astratte, che vive la stessa tensione del dipinto
Spagna, un olio su tela di Emilio Vedova datato 1961; le superfici
materiche di Egle Reggio, in dialogo con Combustione Plastica di
Alberto Burri, plastica e vinavil su cellotex, del 1961; e, infine,
un'opera di Paolo Biassoni a confronto con Tête, inchiostro colorato su
carta del 1969, di Pablo Picasso.
La forza espressiva delle immagini degli uni è potenziata da quella
degli altri, in una sorta di interscambio di idee e di azioni, di
strutture compositive e di materiali. Così pur su poetiche e con
linguaggi differenti il confronto tiene e sottolinea da una parte la
vivacità e la qualità della produzione contemporanea e dall'altra la
modernità di opere ormai “classiche”.La mostra si inserisce nell'ambito
delle manifestazioni artistiche e culturali patrocinate dal Comune di
Milano, Assessorato Sport e Giovani, in cui si affronteranno le
problematiche dell'arte giovane a livello europeo, in una visione ampia
che si nutre di sogno e di realtà, di arte e di cinema, come dimostrerà
anche la mostra Legami. La visione continua tra sogno e realtà, che
verrà proposta alla Fabbrica del Vapore nel mese di novembre.