4 ottobre 2005 - 21 gennaio 2006
inaugurazione: lunedì 3 ottobre 2005, ore 21.
L'attenzione della Galleria Blu di Milano sul lavoro di Agostino
Bonalumi è di lunga data. Risale infatti al 1977 la prima presenza
dell'artista in una manifestazione della galleria (la mostra "Aspetti
d'erotismo nell'arte astratta"), e alla sua opera sono state dedicate
numerose personali, nel 1980, 1989, 1991, 1995 e 2002. Non solo. La
Galleria Blu, infatti, dal 1986 al 1997 ha rappresentato l'artista in
esclusiva.
Questa è la seconda mostra interamente dedicata alle opere
tridimensionali del maestro. La prima "Propositi di scultura", si era
tenuta nel settembre 1995, sempre alla Galleria Blu ed era accompagnata
dalla monografia edita da "All'insegna del pesce d'oro" voluta e
introdotta da Vanni Scheiwiller per celebrare i 70 anni della collana
"Arte moderna italiana".
In questa occasione (come peraltro era già avvenuto 10 anni fa) viene
indagato un aspetto particolare della sua opera, quello inerente la
scultura. Certo la sua ricerca non può considerarsi bidimensionale, in
quanto tutti i suoi lavori, anche se realizzati in tela dipinta, hanno
caratteristiche proprie del rilievo, ma in questo caso la
tridimensionalità è assoluta ponendosi queste opere in piena evidenza
spaziale.
Sono una ventina le opere esposte, in un viaggio che si sviluppa lungo
quasi quarant'anni prendendo le mosse da una scultura del 1966 per
concludersi con un lavoro eseguito proprio in questi ultimi mesi.
Vari sono i materiali utilizzati, dalla carta al plexiglas, dal PVC al
legno, al cristallo, al marmo, al gesso, alla resina, senza dimenticare
la tela estroflessa tipica del suo lavoro.
Per entrare nella logica di ricerca di Agostno Bonalumi, illuminanti sono le
sue riflessioni che individuano spesso in modo incisivo i termini della
questione scultura. Nel valutare e gestire elementi in apparenza
contraddittori come "pesantezza e leggerezza; gravità e levità;
geometrismo e naturalità" egli pone le basi di una ricerca, che emerge
e prende autonomia in una sorta di gemmazione da quella che è la
pittura, la pittura in generale e la sua in particolare. Pare di
assistere alla liberazione della forma, che si rende autonoma dal
vincolo bidimensionale senza perdere il valore pittorico originario,
che si esprime nella presenza marcante del colore. Infine una
considerazione sull'astrazione di queste forme che in alcuni casi,
grazie all'uso di cristalli e di plexiglas, sembrano sfuggire i vincoli
della forza di gravità: "l'immagine - annota l'artista - è la
risultante della realtà oggettuale e del mobile riflettersi tra loro di
particolari formali e strutturali". Dalla realtà (o meglio dalle varie
espressioni della realtà) di partenza, l'artista estrapola elementi di
forma e organizzazioni spaziali, che poi elabora e interpreta con la
sensibilità e l'esperienza che gli è propria generando così nuove
"presenze" dalla pregnante concretezza e dal valore estetico
indiscutibile.